Il Golfo dei Poeti visto da una barca a vela
Sono appena rientrata da un week end in barca a vela nel Golfo dei Poeti con gli amici di Vento in Poppa e sono semplicemente felice, anche se al momento ho ancora l’impressione di stare in barca con scrivania, computer e stanza che paiono ondeggiare… maledetto mal di terra!
Nonostante il Golfo dei Poeti sia a un attimo da casa mia e ci vada spessissimo anche via terra, la sua bellezza mi regala sempre belle emozioni e scatti da conservare, e goderne in barca a vela ha sempre il suo perché.
Come sempre con Vento in Poppa l’imbarco avviene alle Grazie, una borgata marinara sviluppatasi in una caratteristica insenatura protetta dalle correnti che da sempre vive di pesca e cantieri navali ed è conosciuta come La Città dei palombari e dell’iperbarismo. Si tratta di un porticciolo comodissimo, con posti auto a pochi metri dai pontili attrezzati, supermercato, bar, ristoranti, pescherecci che fanno vendita diretta la mattina presto e velieri, tanti splendidi velieri. Una piccola perla.
Una piccola perla sede anche del Raggruppamento Subacquei ed Incursori della Marina Militare Italiana e il cancello che separa il mondo civile dal bastione del Varignano, anticamente bagno penale del Regno di Sardegna, si trova solo a pochi metri “nostro” molo. Aldilà di questo si trova la splendida villa residenziale di epoca romana del Varignano.
Dalle Grazie si mollano gli ormeggi per issare le vele pochi attimi dopo e ritrovarsi nel cuore del Golfo dei Poeti, con la suggestiva Torre Scola, fortino della Repubblica di Genova, l’arcipelago spezzino composto dall’isola della Palmaria, il Tino e il Tinetto, separati da Porto Venere dallo stretto de Le Bocche e dall’altra parte San Terenzo, Lerici, Fiascherino e la mia prediletta, Tellaro.
All’interno del golfo un po’ di vento c’è sempre, anche nelle giornate di calma piatta e questo vale soprattutto in prossimità del canale di Porto Venere e per questo si riesce sempre a veleggiare e a organizzare delle regate, più o meno professionali e il meno è per quella di metà settembre alla quale partecipo ovviamente 😀
Le calette
La Caletta di Lerici, tra Lerici e Fiascherino: un piccolo angolo di paradiso dove l’acqua è verde smeraldo e la scogliera disegna una scenografia quasi asiatica. Da terra è raggiungibile molto difficilmente e quindi non è mai veramente affollata.
Attenzione a non confonderla con la baia subito dietro al castello di Lerici, tra le punte Maralunga e Maramozza, che è zona riservata ai militari o ancora la baia del prestigioso stabilimento Eco del Mare.
La Caletta di Tellaro, subito dietro il moletto e la pittoresca chiesa di Tellaro: il fondale è di una decina di metri, il panorama splendido, l’acqua cristallina e nel pomeriggio c’è sempre poca gente. Purtroppo però non è molto riparata in caso di mare non calmissimo…
Cala Grande, ribattezzata Cala Forchetta dai velisti di Vento in Poppa: si trova sul lato est della Palmaria, protetta dal Tino e ombreggiata nel pomeriggio. Per capire il perché del soprannome basta avvicinarvisi e contare il numero di barche ancorate, spesso in flottiglia, a ore pasti 😉
Le rade
I porti e porticcioli all’interno del Golfo dei Poeti non mancano, ma ci sono anche due rade degne di nota.
La rada de Le Grazie, tra Fezzano e Porto Venere: un ottimo ridosso, da tutti i venti tranne che dal Grecale. Il fondo va dai 12 ai 5 metri ed è fangoso.
La rada del Terrizzo, fra Porto Venere e la Palmaria: un buon ridosso, disturbato solo da Grecale e Tramontana e ahimè dal traffico nel canale e costellato da gavitelli gratuiti. Il fondo va da 8 a 2 metri e a riva si trovano i caratteristici allevamenti ittici del golfo e un’infinità di alghe che rendono difficile l’arrivarvi a nuoto.
I borghi
Inutile dire che meritano tutti una visita, sia per la loro bellezza che per i numerosi e validi ristoranti di pesce!
Lerici si trova nella parte più orientale del golfo della Spezia. Nel Medioevo e fino all’epoca barocca fu un porto molto importante, da cui partivano merci e pellegrini lungo la Via Francigena o verso il nord Italia. Molto bello il ghetto ebraico, il castello che passò svariate volta da Pisani a Genovesi, il museo geo-paleontologico, Villa Marigola col suo parco che domina la costa e poi le piazze del Poggio e di San Giorgio. Molto bello anche il lungomare Vassallo che porta fino a San Terenzo.
San Terenzo è una frazione di Lerici, un antico borgo dove il tempo sembra essersi fermato e dove il mare domina incontrastato e scandisce la vita di chi passa da qui. Le sue spiagge chiare sono sicuramente il suo punto di forza, ma probabilmente anche ciò che io amo meno… Anche San Terenzo ha il suo castello, una vera e propria fortezza costruita sulla scogliera, sopra la grotta nota come Tana dei Turchi.
Come già sottolineato prima la piccola frazione di Tellaro è la mia preferita. Un tipico borgo marinaro arroccato sulla scogliera che mostra ancora i segni delle originali fortificazioni: le mura a nord e le due torri di origine pisana trasformate nel campanile della chiesa di San Giorgio e in porta del paese. Di Tellaro amo tutto! Il rumore del mare che frange direttamente sul borgo, i carruggi colorati che sanno di salmastro, la chiesa rosa che pare una nave al tramonto, i balconcini, le agavi e la vista sulle isole. Un borgo nel quale posarsi e vivere. Un borgo dove innamorarsi…
Per i miei genitori invece il borgo dove innamorarsi è stato Porto Venere. Che dire, è vero, Porto Venere è speciale, ma ne ho già scritto più volte, ad esempio parlando della Festa della Madonna Bianca, che vista dalla barca a vela è pura magia.
Le isole del Golfo dei Poeti
Davanti a Porto Venere si trova l’arcipelago con le isole Palmaria, Tino e Tinetto.
La Palmaria è l’isola più grande della Liguria e offre un bel sentiero per il trekking, un bellissimo punto panoramico sul paese e sul golfo e un rinomato ristorante, da Giuseppe.
Il Tino è zona militare e vi si può accedere solo per San Venerio, il 13 settembre, quando si onora il santo protettore dei guardiani di faro, e la domenica successiva.
Il Tinetto è un piccolo scoglio pittoresco sulla cui sommità si possono visitare i resti di un antico oratorio e sulla cui punta sud è stata installata una statua della Madonna, la Stella Maris, che sembra galleggiare, ma che in realtà segnala uno scoglio affiorante che stando a mia madre ha colpito più e più scafi in passato!
Ah, non ti ho detto perché il golfo della Spezia è conosciuto soprattutto come Golfo dei Poeti! Lo ha battezzato così il commediografo Sem Bonelli (quello de La cena delle beffe, scritta proprio a San Terenzo!) che durante il funerale di Paolo Mantegazza pronunciò una frase storica per chi abita da queste parti: “Beato te, o poeta della scienza che riposi in pace nel Golfo dei Poeti”. Fra questi poeti spiccano David Herbert Lawrence, George Sand e il suo De Musset, Emma Orczy, Lord Byron, Montale, Petrarca, Marinetti, Soldati, D’Annunzio e Shelley, che annegò proprio nel golfo, veleggiando a bordo della sua goletta Ariel.
Che poi di questa insenatura si sono innamorati anche grandi pittori come Turner e Botticelli, che qui dipinse la sua Venere, ovvero Simonetta Cattaneo, donna splendida che fece perdere la testa anche a Lorenzo il Magnifico e i resti della cui villa sono visitabili a Fezzano.
Ora ti lascio programmare la prossima vacanza in barca a vela nel Golfo dei Poeti. Buon vento 😉