Cosa fare a Sapporo, cuore dello Hokkaidō
Il mio viaggio in Giappone è iniziato a Sapporo, nello Hokkaidō, perché non volevo essere inghiottita dall’eccessiva Tōkyō al mio arrivo. Volevo potermi rilassare a adattare al Giappone dolcemente e per questo ho scelto questa grande isola a nord, innevata, semidisabitata e in fin dei conti poco nipponica.
Già, perché lo Hokkaidō in realtà è la patria degli ainu, la popolazione indigena resa minoritaria quando a fine ‘800 i giapponesi in cerca di fortuna iniziarono a colonizzarla forzando l’integrazione degli autoctoni. La loro specificità culturale è stata riconosciuta dal governo solo nel 1998 e sparsi per l’isola si trovano ora molti musei, centri culturali e sculture atte a farla conoscere e tramandarla.
Una volta atterrata a Tōkyō ho quindi preso direttamente un volo della Vanilla Air (65 €) dal terminal 3 di Narita e sono arrivata al New-Chitose di Sapporo in 1h40.
Cosa fare a Sapporo
Sapporo è il capoluogo dello Hokkaidō ed è una città architettonicamente estremamente occidentale e di recente progettazione, che incrocia a ritmo regolare grandi viali alberati, parchi e giardini. Nonostante il gelo invernale l’ho trovata molto vivibile e animata, con un’infinità di negozi e ristoranti sempre aperti e tantissimi izakaya, letteralmente locali nei quali ci si siede a bere sakè, ma che qui servono anche succulenti snack tipici.
Il mio sito preferito è stato senza dubbio alcuno il santuario Hokkaidō-jingu, piccola oasi di pace tra gli alberi del Parco Maruyama, in fondo al viale centrale Ōdōri. Tra l’entrata del parco e il santuario ci sono poi un sacco di templi più piccoli e scoprirli tra la neve è stata una gioia!
Molto bella anche l’antica corte d’appello della città, col suo giardino che io ho visto completamente ricoperto di neve. Al suo interno si può visitare il museo gratuito sulla storia della città, ma è praticamente tutto in giapponese… stessa cosa per il museo dell’Akarenga nell’antica sede del governo, dove però le vecchie stampe sono splendide.
Carina l’ottocentesca torre dell’orologio, che circondata com’è da grattaceli sembra veramente un piccolo bijoux! Purtroppo l’inverno chiude alle 16:30 e non sono riuscita a vederne l’interno.
Mi è piaciuto anche il campus dell’università, in pieno centro città, con molti edifici in stile tradizionale e un motto che merita: be ambitious!
Le attrazioni principali della città, stando alla gente del posto, sono però la Stellar Tower, la torre-centro commerciale della stazione ferroviaria nel cui piano interrato ho seguito il mio primo ansiogeno corso di cucina giapponese all’ABC Cooking Studio (!), e la TV Tower, la torre della televisione che marca il centro della città. Si tratta di una mini torre Eiffel, con tanto di illuminazione multicolore la sera e maxi orologio digitale su ogni lato. Non appena l’ho vista l’ho trovata super kitsch, ma la verità è che mi sono ritrovata a cercarla con lo sguardo ogni qualvolta passavo in quella zona, anche perché è molto utile per orientarsi in città!
Poi c’è il centralissimo Ōdōri-kōen, il viale-parco che taglia la città partendo dalla torre della televisione e che ogni anno a febbraio ospita il Sapporo Yuki Matsuri, il famoso festival della neve che regala alla città mega costruzioni in neve ghiacciata, stand gastronomici e tanta musica. Impressionante!
Dalla mia guesthouse, la Yuyu Guest House a due passi dal mercato del pesce Ni-jō Ichiba, ho potuto visitare tutto a piedi in giornata ed è stato molto rilassante, ma Sapporo è costellata da fermate del tram, della metropolitana e degli autobus, quindi anche i più pigri non avranno problemi. Non ho preso nessun mezzo pubblico, ma due taxi: la tariffa base è di 670 yen e aumenta di 100 yen a chilometro percorso.
Per i super freddolosi, dalla fermata di Ōdōri-kōen alla stazione la città si sdoppia nel sottosuolo, tipo Montreal per intenderci.
Visite nei dintorni di Sapporo
Otaru
Otaru è una cittadina portuale a 45 minuti in treno da Sapporo. L’ho visitata sotto una nevicata pazzesca e mi è piaciuta molto. Nonostante il meteo ho amato passeggiare lungo il canale, scoprire la storia dell’isola e l’oggettistica ainu nel Museo Ungakan (300 yen), l’antica sede della Banca del Giappone e il Museo del Carillon.
Noboribetsu Onsen
Noboribetsu Onsen è un centro termale nelle montagne dello Hokkaidō centrale, a due ore circa in bus da Sapporo (pullman fino a Noboribetsu 3500 yen A/R + autobus fino a Noboribetsu Onsen 500 yen A/R o 260 yen a tratta singola – in treno 1h10 + bus, ma costava 3360 yen a tratta e non avevo ancora attivato il Japan Rail Pass). Si tratta di un agglomerato stile Cervinia, di costruzione relativamente recente ed esteticamente mediocre, ma i complessi termali meritano e sono localmente famosi “per aver curato” i reduci della guerra contro la Russia e dopo quella tutti i reduci delle guerre giapponesi.
Su consiglio di un ragazzo del posto sono stata al Sagiri-yu per 400 yen e ve lo consiglio.
A causa della spettacolare fonte sulfurea che sgorga tra le montage, Jigoku-dani, la cittadina è considerata appartenere al diavolo, cui sono dedicate svariate sculture di ogni forma, dimensione e colore. Io ne ho avvistate quindici, ma penso ce ne siano molte di più!
Niseko
In realtà il mio viaggio in Giappone è iniziato con una giornata di sci sulle piste di Niseko, a 2h30 di autobus da Sapporo (3850 yen A/R fino al borgo di Annupuri + 5400 yen per skipass Niseko United giornaliero + 2000 yen affitto materiale). Ho speso il budget dei cinque giorni seguenti in questa sola giornata, ma ne avevo proprio voglia! Le piste sono bellissime (e piene di australiani!) e meriterebbero più giornate a dire il vero, ma è stato uno sfizio…
Dove bere e mangiare
Il mio locale preferito è stato Ohiso, che secondo gli standard italiani qualcuno definirebbe probabilmente come bettola. Si tratta di un ristorantino all’interno del mercato del pesce, con qualche tavolo all’occidentale e una zona tatami al centro. Sia le zuppe di pesce che le ciotole di oyakodon (riso ricoperto da salmone, uova di pesce e spesso polpa di granchio o di ricci di mare) sono una delizia e i prezzi contenuti.
Al mercato potete però anche mangiare direttamente dai banchi del pesce, scegliendo sashimi, ricci o capesante cotte al momento su cucinini di fortuna. Una vera gioia per il palato!
Altra tappa essenziale in città è la minuscola Rāmen Yokochō, un vicoletto nel quartiere di Susukino dove si mangia solo rāmen. I vicoli in realtà sono due, uno più moderno destinato ai turisti e quello originale, chiedete quindi indicazioni per la Ganso Ramen Alley e tutti vi indicheranno quella “vera”.
L’unico posto in cui ho trovato occidentali, non solo a pranzo/cena, ma in tutta la città (!), è il Sapporo Beer Garden, nell’antico birrificio della Sapporo. Qui ci sono vari ristoranti, ma mi è stato consigliato “quello giusto per bere birra” e non potevo esimermi… si tratta del Gengis Khan, che propone ampia scelta di carne e pesce da grigliare al tavolo e pinte di birra (dato il forte odore di barbecue i camerieri forniscono sacchi in plastica per chiudervi giacconi e borse, mentre il resto degli indumenti e i capelli sono stati prontamente lavati non appena rientrata alla guesthouse!). In teoria per comportarmi da purista avrei dovuto ordinare montone, ma non fa per me e ho quindi optato per del pollo deludendo il simpatico cameriere…
Prima o dopo il pasto, vi consiglio anche una visita all’adiacente birrificio-museo. Con 200 yen la visita include anche una degustazione, ma se come me uscite dal ristorante potete anche optare per la versione gratuita senza birra.
In stazione ci sono poi un’infinità di locali più o meno grandi specializzati in pesce, zuppe o carne e in prossimità dei binari trovate i chioschi che vendono piatti da asporto per il viaggio in treno. Quello che vende onigiri, sulla destra dell’accesso ai binari, è il mio preferito!
P.S. Come avrai notato da foto e video, a Sapporo in inverno si gela! Ecco quindi tutte le informazioni su come vestirti e cosa mettere in valigia per visitare lo Hokkaidō 🙂