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I finti edifici dipinti di Parigi gli ho scoperti proprio per caso…

Tra i libri che veramente mi hanno dato del filo da torcere e che ho letto al rallentatore merita il gradino più alto del podio “Il Pendolo di Foucault” di Umberto Eco: non riuscivo a concentrarmi e ad appassionarmi e ci son pagine che ho dovuto rileggere svariate volte perché era come sorvolarle senza notarvi nulla. Un passaggio del libro però mi spinse a prendere cappotto, sciarpa e guanti e uscire di casa…

– È mai stato al numero 145 di rue Lafayette?
– Confesso di no.
– Un poco fuori mano, tra la Gare de l’Est e la Gare du Nord. Un edificio a prima vista impercettibile. Solo se lo guarda meglio si accorge che le porte sembrano di legno ma sono di ferro dipinto, e le finestre danno su stanze disabitate da secoli. Mai una luce. Ma la gente passa e non sa.
– Non sa cosa?
– Che la casa è finta. È una facciata, un involucro senza tetti, senza interni. Vuoto. È solo la bocca di un camino. Serve per l’aerazione e lo scarico dei vapori del metrò regionale. E quando lo capisce, lei prova l’impressione di essere davanti alla bocca degli inferi, se solo potesse penetrare entro quelle mura avrebbe accesso alla Parigi sotterranea. Mi è capitato di passare ore e ore davanti a quelle porte che mascherano la porta delle porte, la stazione di partenza per il viaggio al centro della terra. Perché crede che l’abbiano fatto?
– Per dare aria al metrò, ha detto.

All’epoca abitavo a Parigi, sul Quai de Jemmapes, a pochi minuti a piedi dall’indirizzo citato e non potevo resistere alla tentazione di vedere con i miei occhi se Eco avesse inventato o svelato un dettaglio della mia città che non conoscevo!

Gli edifici dipinti di Parigi

Beh, è tutto vero e di edifici dipinti in trompe l’oeil per “dare aria” al metrò ce ne sono altri sparsi lungo le linee della RER e al Forum des Halles, in pieno cuore di Parigi.

Al momento dell’espansione della linea metropolitana, sul finire degli anni ’70, la RATP ha dovuto affrontare il problema delle colonne di ventilazione e, per non deturpare i vari quartieri, decise di creare dei finti edifici che rispettassero l’estetica architettonica di quelli circostanti e così, per i passanti più attenti, è possibile scorgere portoni d’entrata senza maniglie o digicode, senza scalini e soprattutto senza rilievo.

Nei giorni seguenti girai Parigi alla ricerca di questi fantastici edifici dipinti e fu un nuovo modo per innamorarmi ancora della città.

Un’altro splendido trompe l’oeil vicino a casa è quello al 174 rue du Faubourg Saint-Denis, in perfetto stile popolare e difficile da distinguere se non costeggiandolo a distanza ravvicinata.

Gli edifici dipinti di Parigi

Al numero 3 di rue de l’Acqueduc, nel 10° arrondissement, c’è una facciata solo parzialmente dipinta. Se ci passi cerca di trovare il piano giusto… e non lontano, sempre nel 10°, c’è il bellissimo trompe l’oeil al numero 54 di rue des Petites-Écuries.

Spostandosi verso il centro di Parigi si trovano poi l’edificio dipinto del numero 44 di rue d’Aboukir e ancora, dall’altra parte della città, la possente facciata in pietra tipicamente parigina al numero 78 di rue La Condamine, nel 17° arrondissement.

Al numero 53 della centralissima rue des Archives ci sono poi i trasformatori elettrici della società EDF che, ispirandosi alla RATP, ha a sua volta deciso di mimetizzare le proprie ingombranti apparecchiature tecniche nel tessuto urbano. Insieme a quello al numero 29 di rue Quicampoix, questo è uno dei miei trompe l’oeil preferiti!

Ci sono però molti altri edifici dipinti allo stesso scopo e sparpagliati per le vie di Parigi, oltre ai tantissimi trompe l’oeil che abbelliscono le fiancate dei palazzi d’angolo o alcuni muri di cinta negli arrondissement centrali.

Un consiglio quindi, passeggia per Parigi col naso all’insù 😉

Bon voyage !

P.S. Ci sono finti edifici dipinti anche a Londra e a New York! 😉

 

« Être parisien, ce n’est pas être né à Paris, c’est y renaître »
Sacha Guitry

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Silvia's Trips

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