Per capire e vivere un luogo niente è come avvicinarsi all’enogastronomia locale, con i suoi aromi e sapori e per cogliere appieno l’animo delle Cinque Terre non posso che consigliarti di gustare un piccolo calice del rinomato Sciacchetrà.
L’ambrato vino passito che per anni ha rappresentato ai miei occhi i giorni di festa e i rari momenti di relax nei quali i miei nonni si concedevano un bicchierino di questo prezioso nettare frutto del loro duro lavoro e mi veniva consentito di inzupparci un po’ di bucellato, il dolce tipico di Vernazza. Una delizia e una dolce memoria…
Da qui i vigneti illuminati dall’occhio benefico del sole e dilettissimi a Bacco si affacciano su Monte Rosso e sui gioghi di Corniglia, ovunque celebrati per il dolce vino.
Petrarca
Lo Sciacchetrà
Lo Sciacchetrà prende il nome dalla frase che ne descrive il procedimento in dialetto, ovvero sciacca e trá (i.i. schiaccia e trai).
Al termine dell’ardua vendemmia verticale lungo caratteristici terrazzamenti dei cinque borghi, vengono raccolti anche i grappoli lasciati a sovra maturare al sole perché destinati a questo pregiato vino.
Le uve vengono selezionate con attenzione e poi lasciate ad appassire naturalmente fino a novembre inoltrato su dei graticci posti all’ombra. Per poterlo gustare si devono pazientare almeno dodici mesi e il triplo per una “Riserva”!
Sacrifici e fatiche immani, che hanno portato Veronelli a definire quei vigneron angeli matti la cui opera salvaguarda lo splendido e fragilissimo territorio delle Cinque Terre.
Annusandolo potrai sentire il profumo di albicocca e assaporarlo porta con sé anche note di frutta secca e di salmastro che restano a lungo in bocca. Contrariamente ad altri passiti non è troppo dolce e l’alcol non si sente troppo.
Solitamente si beve solo o con pasticceria secca, ma io lo amo particolarmente quando accompagnato da formaggi stagionati e con pane tostato e gorgonzola 😉
La “Riserva” è invece un eccellente vino da meditazione.
Per acquistare una bottiglia di vero Schiacchetrà, ti consiglio di visitare direttamente i produttori locali per degustarlo in loco. Le vacanze estive sono un’ottima occasione!
Il disciplinare prevede quanto segue: lo Sciacchetrà va prodotto in prevalenza con i tre vitigni di Bosco (minimo 40%), Vermentino e/o Alabarola (massimo 40%) e un eventuale apporto di un massimo del 20% di altri vitigni. L’alcol minimo è 17% di cui almeno 13,5% svolto.
Lo Sciacchetrà ha ottenuto anche il riconoscimento speciale del Presidio Slow Food, progetto per il recupero e la salvaguardia delle produzioni di eccellenza!
Sciacchetrail
Ogni anno tra fine marzo e i primi di aprile le Cinque Terre ospitano una corsa molto speciale, lo Sciacchetrail.
Un mix perfetto di due grandi passioni del nostro territorio: quella per il vino Sciacchetrà e quella per il trail running.
Il circuito, 47 km di piste sterrate e 2.600 metri di dislivello, si sviluppa ad anello unendo i cinque borghi, i loro santuari e i caratteristici vigneti verticali.
Il programma dello Sciacchetrail prevede anche esposizioni, musica, degustazioni e ovviamente tanto sport per tutti.