Le Tall Ships in festa alla Marineria della Spezia
Questo week end La Spezia ospita nuovamente la Marineria, la festa del mare per eccellenza.
La scorsa edizione, nell’ottobre 2013, vide protagoniste le Tall Ships, che seppero regalare storia e magia a chi volle approfittarne.
Ovviamente, Ale ed io non potevamo farci sfuggire l’occasione di calpestare i ponti di queste meraviglie…
Le Tall Ships, vere meraviglie galleggianti
Partiti da casa con grande slancio, nuvole leggere e temperatura mite, siamo stati accolti dal capoluogo di provincia con una cortina di pioggia battente e aria più che frizzantina e a metà strada tra la stazione ed il porto abbiamo pensato bene di investire nell’acquisto di un mini ombrellino da 3€. Acquisto reso possibile dall’apparizione di decine di venditori di ombrelli che hanno iniziato a spuntare ad ogni angolo come finestrelle pop-up di un computer. Sorprendente e anche un po’ surreale.
L’arrivo al molo ha però subito compensato l’umidità ambiente. È bastato alzare un poco lo sguardo e puntarlo verso il largo costellato di alberi di dimensioni straordinarie… straordinarie per me che il giorno prima ero rimasta a bocca aperta visitando una barca a vela di 13 metri al Salone Nautico… comme quoi, nella vita è sempre tutto relativo!
A dirla tutta, è anche bastato riabbassarlo ad altezza uomo per rimanere traumatizzati dalla ressa di teste, ombrelli, passeggini, poveri cani trascinati nel caos e nella pioggia… insomma, shock da folla.
E per farvi capire quanto abbiamo impiegato per attraversare i vari stand ed arrivare in prossimità dei velieri, prenderò un po’ di tempo per raccontarvi qualcosa sulla storia delle Tall Ships.
Non vi lamentate, leggendo non verrete né spintonati né schizzati! 😉
Un po’ di storia delle Tall Ships
Le “Tall Ships Races”, ovvero regate addestrative delle Tall Ship, furono istituite nel ’56 grazie alla passione per la vela del britannico Bernard Morgan che volle rivivere le regate non ufficiali dell’Ottocento, quando i velieri che trasportavano il tè dall’Oriente, i clipper, gareggiavano tra di loro per attraccare per primi a Londra e smerciare il carico battendo la concorrenza. Morgan decise quindi di organizzare una regata da Torbay a Lisbona, invitandovi quattordici navi scuola a vela di vari paesi.
In origine, le Tall Ship erano solo le navi da addestramento, ma dal 1956 possono prendere parte alla regata anche navi più piccole non per forza di proprietà della Marina dei vari paesi. Unica condizione: avere piani velici desueti, ovvero avere configurazioni di alberi e vele che nella navigazione odierna sono state abbandonate.
La difficile conservazione del legno spesso non ha consentito di mantenere questi velieri in navigazione (ho letto che grande danno è anche stato causato durante le svariate guerre, quando si recuperavano vari pezzi di navi per costruzioni militari e non…). Per questo motivo, molte delle imbarcazioni presenti alla manifestazione non sono originali d’epoca, ma riproduzioni.
Il sogno Tall Ships
Arrivando sul molo centrale abbiamo iniziato a poter ammirare barche a vela storiche o meno e poi brigantini, golette, cutter, ma anche vascelli da guerra, caravelle, navi a palo e moltissime altre varianti. Ho iniziato ad eccitarmi come una bambina in un negozio di giocattoli e a voler salire su tutte, cosa ahimè non possibile… Ci siamo comunque avvicinati a tutte, per leggere le informazioni relative ad ognuna, scattar foto e fantasticare il più possibile.
Il primo colpo di fulmine l’ho avuto per una goletta spagnola “Atyla” che mi ha fatta sognare parecchio 🙂 Durante questa visita son stata poco stabile emotivamente però ed i colpi di fulmine si sono susseguiti abbastanza rapidamente… degni di particolare nota, per i miei occhi da profana, lettrice di Salgari:
- “Adornate” uno schooner (il termine l’ho appreso in loco, perché per me fino ad allora era “solo” uno splendido veliero!) a due alberi che batte bandiera rumena
- Bellissimo il “Royal Helena”, un brigantino bulgaro a tre alberi che fa venir voglia di imbarcarsi
- il “La Grace”, un brigantino a due alberi sul quale ci si può imbarcare sul serio!!! Un cartello offriva di passare tre giorni a bordo per 650€, rotta su Lisbona… chissà chi ne ha approfittato. Chissà se ne scriverà un racconto per i meno temerari/fortunati…
- l’imponente “Alexander von Humboldt II”, un brigantino a tre alberi verde smeraldo che catalizza li sguardi.
e come non menzionare il vascello pirata russo, con tanto di pirati con bottiglie di vodka alla mano a bordo 😉
La prima Tall Ship su cui siamo saliti ha richiesto parecchia attesa… attesa ideale per qualche cenno sulla Marineria… si tratta di una biennale dedicata ovviamente al mare, alla sua storia e tradizioni e a tutto ciò che vi ruota intorno, dalle imbarcazioni di ogni tipo alla biologia, alla letteratura.
La prima edizione c’è stata nel 2009 con una sorta di anteprima per poi strutturarsi nel 2011. La manifestazione dura quattro giorni intensissimi, prevedendo regate, incontri, spettacoli, mostre e molto altro. L’edizione di quest’anno poi ha toccato il vertice con la presenza delle mitiche Tall Ships e Capossela himself con la sua poesia in musica!
Torniamo però ai velieri… abbiamo iniziato le visite vere e propria dalla più imponente, la “Mir” (che vuol dire pace…). Una nave scuola russa per cadetti di ben 109 metri. Veramente impressionante.
Solo le cime alla base degli alberi mi hanno lasciata a bocca aperta. A dire il vero son rimasta a bocca aperta anche osservando la scarsa disciplina dei cadetti, ma poi ho letto che negli ultimi anni la nave è utilizzata soprattutto per gite giornaliere e crociere private e ho capito.
Sullo stesso pontile era attraccata l’olandese “Gulden Leeuw”, uno schooner (e questa volta già lo sapevo!) a tre alberi, originariamente danese e previsto come spaccaghiacci, poi utilizzata per studi di biologia marina e solo ultimamente adibita a nave scuola, che pare però arrotondi organizzando anche eventi a bordo… prova ne è l’immenso bar che occupa praticamente tutto il ponte principale.
Da lì siamo passati, non senza attesa, allo splendido ed assolutamente impeccabile brigantino “Palinuro”. La nostra prestigiosa “Nave Goletta”, varata in Francia per la pesca ed il trasporto del merluzzo nei Banchi di Terranova. Il “Palinuro” appartiene alla Marina Italiana dal 1955 e da allora è adibito all’addestramento degli allievi delle nostre Scuole Sottufficiali.
Una curiosità, almeno per me… il termine goletta indica che è dotata di tre alberi inclinati verso poppa (partendo da prora: trinchetto armato di vele quadre, maestra e mezzana ai quali si aggiunge il bompresso, armati di vele di taglio, per esser precisi – e con Ale che legge devo esserlo – rande, controrande, fiocchi e stralli).
Come quello della Vespucci, anche lo scafo e gli alberi del “Palinuro” sono in acciaio chiodato.
Salendo sul ponte di coperta abbiamo potuto visitare anche la Plancia di Comando… non vi racconto dove mi ha portata la fantasia… mi vedevo già timoniere! Sarei rimasta lì dentro per ore per farmi spiegare tutto nel dettaglio, ma ho dovuto abbandonare sia la plancia che la nave 🙁
Saremmo voluti salire anche sulla Vespucci, ovviamente, ma non facevano nemmeno più accedere alla fila d’attesa.
Il ritorno verso la stazione è stato, come dire, apocalittico? Sì, apocalittico rende bene. A metà di via del Prione le mie scarpe erano mini-piscine ed i miei jeans pesavano parecchi chili per gamba… idem Ale.
Siamo comunque rientrati a casa con la mente piena di bellissime immagini.
Le Tall Ship hanno lasciato La Spezia il lunedì in tarda mattinata, non senza salutare le Cinque Terre.
P.S. In realtà mi sono innamorata di lei… la “piccola” e deliziosa Nausicaa 🙂