Viaggio in Kenya, oltre il mare di Malindi e Watamu
Il viaggio in Kenia è stato la realizzazione di un sogno d’infanzia, perché come molti bambini, da piccola ero affascinata da elefanti, giraffe e antilopi. Per me erano animali mitici.
Da ragazzina ho poi letto alcuni romanzi di Wilburn Smith ambientati in Africa e mi sono perdutamente innamorata dei luoghi, dei paesaggi e della luce descritta nei suo libri. Crescendo è diventata un po’ una fissa e ho cercato di leggere tutto ciò che trovavo sul tema, vedere tutti i film… insomma, ho sognato d’Africa per anni.
Il viaggio in Kenya, dal sogno alla realtà
Nel 2007 sono riuscita a mettere da parte un po’ di soldi e in una torrida notte spagnola ho prenotato un volo Valencia-Mombasa (all’epoca vivevo lì).
Tra la prenotazione del volo e il viaggio son passati due mesi e dire che non stavo nella pelle non rende l’idea! Ho passato ore a immaginare, ancora, il viaggio e a raccontarlo a colleghi e cantanti lirici che hanno sognato insieme a me 🙂
A dire il vero in questi due mesi ho anche prestato la spalla a numerosi vaccini offerti dall’Istituto per la Salute dei Viaggiatori spagnolo. Epatite A, Tetano, Febbre Gialla… e poi pillole per la profilassi anti malarica da prendere prima, durate e dopo il soggiorno (a seguito di altre svariate esperienze, vi consiglio il Lariam!!!)
Il 10 agosto mi sono finalmente imbarcata sull’aereo per Mombasa. Volo turbolento e atterraggio in un altro mondo.
L’aeroporto di Mombasa è Africa… 🙂
Le mie prime due settimane in Kenya tra Malindi, Watamu e il parco nazionale Tsavo Est sono iniziate col cambio dei soldi in aeroporto e una corsa estenuante per prendere un autobus (più scassone che autobus) per Malindi.
In teoria le due città distano solo un centinaio di Km, ma il viaggio è durato circa 5 ore… 5 ore di slalom tra le buche, tra le auto, gare a chi passa prima nei tratti di strettoie… mi sentivo molto in un film con Michael Douglas, ma senza di lui…
Durante il viaggio ho però capito che il mitico “pole pole” della ritmata lingua swahili (i.i. lento lento) vale per tutto tranne che per la guida!
All’arrivo a Malindi ho contrattato un coloratissimo Tuk-Tuk per percorrere gli ultimi 2 km che mi separavano dal mio bungalow (parte di un residence andato distrutto in un incendio nel 2010).
L’autista Martin è stato poi mia guida e compagno di viaggio per quasi tutto il soggiorno e la sua famiglia mi ha regalato emozioni e una consapevolezza che mai scorderò.
Ero talmente stanca e indolenzita dal viaggio che sono crollata sul mio splendido baldacchino in mogano e ho riaperto gli occhi solo il mattino dopo, svegliata dalle due ranocchie residenti nella cassetta dello sciacquone in bagno! Non so come vi fossero entrate e se vi stessero veramente bene… le ho comunque fatte traslocare in giardino!
Dopo colazione ho finalmente dato il via alla scoperta.
Malindi
Malindi è una cittadina relativamente piccola seppur importante per l’economia keniota, soprattutto grazie al turismo.
Il suo passato è stato segnato dalla tratta degli schiavi e la piazza al lato della moschea è stata per lungo tempo sede del mercato.
La costa, bellissima, è disseminata di resort internazionali, per lo più italiani e inglesi, mentre pochi metri dietro si trova la vera città.
Il mercato dell’artigianato è di certo molto turistico e non troppo economico, ma vale la pensa addentrarvisi e ammirare la tecnica e la tradizione dell’intaglio locale. L’importante è non cedere e non farsi scortare all’interno da nessuno! Chi vi accompagna poi pretende una mancia da voi ed una commissione dagli artigiani…
Watamu
Watamu dista 15 km circa e la sua popolazione è multietnica. La gita in tuk-tuk attraversa paesini molto carini e tanta povertà… le sue spiagge sono splendide, mozzafiato e prese d’assalto dai “beach boys” ragazzi che si fanno concorrenza tra di loro per vendere escursioni, cambiare soldi, vendere souvenirs e quant’altro ai turisti. Assillano è vero, ma basta essere educati e decisi nel dire che non si è interessati…
Protette dalla barriera corallina e disseminate di barche e canoe di pescatori che con la bassa marea si posano a riva per tornare a galleggiare dopo pranzo.
Da Watamu partono gli sponsorizzatissimi safari marini per Sardinia 2, una spiaggia candida che sorge ogni mattina in mezzo all’oceano per essere inghiottita dalle acque dopo poche ore con l’alta marea. I safari prevedono trasporto di gruppo su barche coloratissime, snorkeling lungo la barriera corallina, tappa sulla spiaggia, grigliata di pesce cotta su barbecue in mezzo al mare e rientro.
Sardinia 2 si può raggiungere anche a piedi camminando lungo la riva fino alla spiaggia di Jacaranda e poi attraversando le piscinette bollenti create dalla marea. Attenti solo ai ricci e al sole! (ovviamente ho sperimentato sia i primi che una super scottatura…).
Le Rovine di Gede
Le Rovine di Gede (prezioso) sorgono non lontano da Watamu e ci sono arrivata in tuk-tuk insieme al fidatissimo Martin.
Si tratta di uno dei rari siti storici del Kenya. I resti di questa città di mercanti arabi risalgono al XIII secolo e sono protetti da una foltissima vegetazione. Perdersi tra le antiche stradine, restare incantati da ficus per noi giganteschi, accarezzare le vecce mura, farsi tenere compagnia dal canto di centinaia di uccelli… Merita assolutamente una visita.
Marafa
Tappa da non tralasciare quella a Marafa, un bellissimo canyon a circa due ore di macchina da Malindi. Marafa è più conosciuto come “la cucina del diavolo“… narra la leggenda che una ricca famiglia di allevatori di mucche si permise il lusso di utilizzarne il latte per lavarsi… il diavolo li fece quindi sprofondare in questo canyon dalle altissime temperature.
Vi consiglio di aspettare il tramonto prima di ripartire per la città… la sera qui è rosso fuoco ed è subito magia.
Altro momento indimenticabile del soggiorno è stato senza dubbio il pomeriggio passato nella foresta di Mangrovie.
Indimenticabile per l’atmosfera quasi surreale creata dalla vegetazione densissima, dalla miriade di granchi che passeggiando tra una radice e l’altra, ma soprattutto per le ore passate in compagnia della famiglia di Martin.
P.S. Non ho indicato prezzi e altri dettagli di questo tipo perché sono passati ormai sette anni da questo viaggio e non sarebbero dati utili ai fini di un soggiorno attuale.