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9 min.

La mia indimenticabile vacanza a Lanzarote

Lanzarote mi ispira da tanto, solo che l’avevo scordato… la prima volta che ne sentii parlare avevo dodici anni e stavo pulendo la mia cavalla dopo una lezione di jumping, mentre due signore nel box accanto ne parlavano tra di loro come di un’isola da sogno, un Eden di lava. Una definizione perfetta, ma questo l’ho scoperto solo ventisette anni dopo.

Non ho più pensato a Lanzarote per una vacanza, fino all’estate scorsa cercando una destinazione che potesse far combaciare il mio bisogno di visitare, la passione per la barca a vela e una partenza a fine novembre.

Organizzazione della vacanza a Lanzarote

Come sempre online e come sempre basandomi su racconti di blogger, Turisti per Caso e altri siti simili.

Per risparmiare, ho organizzato tutto ai primi di agosto e con quell’anticipo su Fly Go ho trovato un’andata e ritorno particolarmente economica con la Ryanair da Orio al Serio. Prenotato al volo! Voli puntualissimi e, avendo pagato l’extra per una valigia a testa, questa volta nessun problema con la gestione del bagaglio a mano che solitamente mi provoca una leggera ulcera…

Il volo da Bergamo essendo alle 6.30 e il collegamento ferroviario dalla Liguria pessimo, ho anche prenotato la notte precedente all’hotel NH dell’aeroporto. Freddo e asettico, ma molto comodo, anche se si potrebbe decisamente migliorare il percorso per pedoni che lo collega al check-in, se non altro illuminandolo adeguatamente!

Per l’alloggio a Lanzarote ho avuto qualche problema in più. Mi sarebbe piaciuto dormire in una delle piccole case tipiche disseminate sull’isola, ma dopo parecchie risposte negative, presa dall’ansia, ho optato per l’hotel Hesperia a Puerto Calero, un mega cinque stelle sulla scogliera. Struttura veramente enorme e internazionale e per questo non proprio di mio gusto, anche se oggettivamente molto bella. Peccato per la pulizia che lascia a desiderare e per la pessima connessione wifi. Degna di nota la colazione con un immenso buffet per tutti i gusti e una selezione di tè che mi ha riempita di gioia!

Per le visite ho optato per un’auto a noleggio, affidandomi ad una compagnia che ho spesso usato nei miei anni a Valencia, la Goldcar Rental. Prezzo imbattibile e buon servizio al bancone all’aeroporto (situato al pianoterra, all’estrema sinistra guardando le porte d’uscita e lo preciso solo per evitarvi il giro dell’oca che hanno fatto fare a me e al mio sgangherato carrello per il bagaglio!).

A Lanzarote

Dopo aver girato qualche volta tra le rotatorie dell’aeroporto ne siamo finalmente usciti e abbiamo imboccato la ruta LZ-2 che in circa venti minuti porta a Puerto Calero.

Venti minuti passati a commentare l’assenza di piante… già, a Lanzarote il verde non c’è se non in qualche dettaglio architettonico-decorativo ed è proprio per questo che l’aggettivo che si associa costantemente al nome dell’isola è lunare.

vacanza a Lanzarote

La prima giornata doveva essere all’insegna del relax. L’idea era quella di fare due passi lungo la scogliera per respirare un po’ di salmastro oceanico, per poi rilassarci in piscina.

La costa cupa e frastagliata di Lanzarote però ha un fascino tutto suo e le bellissime case sulla roccia lavica, decorate da cascate di buganvillee dai colori accesissimi ci hanno spinto sempre un po’ più in là e alla fine abbiamo camminato fino a Puerto del Carmen, rientrando solo al tramonto, felici di essere lì, sorridenti e strapazzati dal vento che quel giorno passava i 20 nodi a terra.

Rientrati in albergo siamo crollati e ci ha riportati alla realtà il cameriere che ci ha consegnato un vassoio di cioccolatini e la lettera di benvenuto della direzione. Grazie a questa interruzione siamo riusciti a preparaci in tempo per andare a cena alla Taverna del Puerto. Osteria tipica spagnola dal menù vario ed economico. Un buon indirizzo a Puerto Calero e un’ottima connessione wifi gratuita 😛

La seconda giornata è stata programmata durante la pantagruelica colazione: Jardín de Cactus, Los Verdes, Jameos del Agua, Órzola, Mirador del Rìo e rientro passando da Teguise. Tutte le visite sono incluse del biglietto cumulativo in vendita in tutte le agenzie dell’isola, presso i centri informativi e all’ingresso di musei e siti. Ce ne sono di vario tipo, ma per essere completamente liberi abbiamo preso il bono 6 centros che per 30€ li include tutti.

Il Jardín de Cactus è un piccolo parco costruito ai piedi di un antico mulino a vento, una micro isola di verde costituita da migliaia di piante grasse diversissime tra loro e quasi scultoree e quelli che oramai per noi resteranno i mega-cactus. Questo giardino rappresenta l’equilibrio perfetto tra pietra, ferro battuto, piante, antico e moderno. Forse l’opera d’arte dell’architetto-pittore-scultore-visionario locale César Manrique che più mi ha colpito.

Lanzarote, un Eden di lava

Lanzarote, un Eden di lava

La Cueva de los Verdes è una galleria sotterranea e in gran parte sottomarina lunga circa 7 chilometri e formatasi qualche migliaio di anni fa a seguito dell’eruzione del vulcano Monte de la Corona.

Di questo impressionante tunnel è possibile visitare unicamente un chilometro a monte, ma solo questa tratta lascia a bocca aperta. La visita si effettua in gruppo a seguito di una guida e riserva molte sorprese… la mia preferita, probabilmente per deformazione professionale, è la presenza di un auditorium naturale dall’acustica perfetta. Inutile dire che dovrò tornarci organizzando il viaggio in funzione del calendario dei concerti!

Lanzarote, un Eden di lava

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Los Jameos del Agua sono sorti dalla stessa eruzione de los Verdes e vengono alimentati per infiltrazione. Un piccolo laghetto vulcanico che ospita migliaia di minuscoli granchietti albini e che offre al visitatore giochi di ombre e luci molto suggestivi.

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Uscendo dalla caverna la fame ha iniziato a far capolino e ci siamo quindi diretti a Órzola per il pranzo. Un paesino di poche case in calce bianca e porte in legno colorato, stradine deserte e silenziose immerse nella lava scura, ma che sfociano su un piccolo porticciolo di pesca. L’immagine della vacanza insomma. Abbiamo mangiato pesce alla griglia al sole, seduti ai tavolini di uno dei due ristorantini sul lungomare.

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Lanzarote, un Eden di lava

Lasciare Órzola e la sua atmosfera è avvolgente e “cool” al contempo non è stato facile e per di più la tappa seguente al Mirador del Rìo mi ha proprio delusa.

Veramente bella la strada che vi porta, ma il Mirador è un punto panoramico sulla cima di una scogliera, a 475 metri d’altezza, sul quale Manrique ha costruito un bar-ristorante con vetrate squadrate e terrazze per turisti con vista su La Graciosa e non mi è piaciuto. Mi sono sentita a disagio per la troppa artificialità e la poca arte, un po’ come difronte ad alcune opere di Calatrava. Come diceva mio nonno “il troppo stroppia”.

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Molto bello comunque il panorama, apprezzabile anche passeggiando lungo la scogliera e per me ancora più bello lo spettacolo offerto dall’interno dell’isola. Piccoli borghi antichi incastonati come pietre che scintillano nella lava, muretti a secco a perdita d’occhio che proteggono la scarsa vegetazione e vigneti come ricamati a terra.

Lanzarote, un Eden di lava

Tra gli insediamenti rurali dell’isola Teguise è senza dubbio la perla. Un piccolo borgo coloniale, antica capitale in mezzo a questa campagna che campagna non è. Il mio paesino ideale! Case basse, viuzze tranquille e che ispirano vecchie storie e leggende, porte in legno colorato, minuscole botteghe artigianali.

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Tutto ciò che amo e desidero da un paese e se non è così, allora che sia megalopoli stile Bangkok o New York. A me gli estremi! 😉

A Teguise ci siamo tornati anche per inaugurare la terza giornata con la visita del Museo de la Piratería (3€) che aveva già chiuso le sue porte la sera prima. Un museo comunale che permette di mantenere in un ottimo stato questo forte cinquecentesco, il Castillo de Santa Bárbara, costruito sulla sommità del vulcano de Guanapay. A parte il panorama a 360° di cui si gode dalle torri e della terrazza, al suo interno è ritracciata la storia dell’isola e del resto delle Canarie. Una storia di battaglie, invasioni e vere e proprie spedizioni punitive dall’Europa. Non ci sono cimeli o cose di questo tipo, ma video, modellini, voci narranti e utili schemi riassuntivi. Se come noi amate la storia, non tralasciatelo.

Tornati al quotidiano, ci siamo diretti a Famara, la famosa caletta rifugio si surfisti. Talmente famosa che la spiaggia in realtà mi ha lasciato alquanto indifferente. Il borgo invece mi è piaciuto moltissimo! Casette basse, stradine di sabbia, anziani seduti sulle soglie a chiacchierare tra loro, macchie di buganvillee viola e arancio, profumo di mare…

Lanzarote, un Eden di lava

Lanzarote, un Eden di lava

Risaliti in auto ci siamo diretti a La Geria per ammirarne i vigneti. Che dire, impossibile non visualizzare la fatica, la determinazione, la caparbietà e la bellezza interiore di chi ogni mattina sceglie di rimanere a vivere a Lanzarote.

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La quarta giornata è iniziata molto presto per evitare la ressa al Timanfaya, il parco nazionale vulcanico che ci ha letteralmente lasciati a bocca aperta. La prova che contro la forza della natura non si può nulla.

Percorrere la stradina scavata nella lava e pensare a cosa dovevano immaginare gli abitanti dell’isola che nel diciottesimo secolo vi rimasero durante lunghi dieci anni di eruzioni, fumo, esplosioni e terremoti ininterrotti. Il giudizio universale?

Lanzarote, un Eden di lava

A seguire siamo arrivati a El Golfo. Per me la spiaggia più bella di Lanzarote. Una piccola insenatura colma di granelli di lava nera erosa dalle maree e bagnata a monte da un laghetto vulcanico verde olivina a cui si accede tramite una pista di sabbia rossa. Quando si dice “uno spettacolo della natura” ora io penso a questo.

Lanzarote, un Eden di lava

Lanzarote, un Eden di lava

Altre tappe della giornata la frastagliatissima scogliera de Los Hervideros, le affascinati Salinas de Janubio con le loro innumerevoli sfumature color pastello e la mitica Playa Papagayo. Quest’ultima rientra dentro ad un parco e vi si accede solo pagando un pedaggio di 3€ ad automobile e anche in questo caso forse mi aspettavo di più.

Lanzarote, un Eden di lava

Lanzarote, un Eden di lava

La quinta giornata è volata via! Sveglia prestissimo per imbarcarci sul super turistico e costoso sottomarino giallo ancorato sul fondale di Puerto Calero che, a seguito del mio problemino ai timpani causa volo andato male, ha rappresentato la mia unica occasione di vedere quello che sta sotto la superficie dell’oceano. Un’esperienza per me bellissima anche se non si tratta proprio del Nautilus di Capitan Nemo… ad ogni modo non mi son pentita di aver pagato i 50€ richiesti.

Lanzarote, un Eden di lava

Risaliti in superficie siamo tornati in albergo per il check-out e ci siam diretti al carinissimo porticciolo di Costa de Rubicón per imbarcarci sulla “nostra” barca a vela, ma scoprire Lanzarote in barca a vela è stata proprio un’altra avventura! 🙂

Lanzarote, un Eden di lava

Impressionanti l’attenzione ai minimi dettagli e la cura del bene pubblico. Commuovente la forza dei suoi abitanti. Travolgente e stravolgente la natura. Innumerevoli le opzioni per gli amanti dello sport e del dolce far niente.

Lanzarote è una grande opera d’arte, naturale e umana.

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Silvia's Trips

Hi there! My name is Silvia and after 15 years between the Paris Opera and the Palau de les Arts in Valencia I now run a boutique hotel in Cinque Terre, deal with tourism management and blogging, sail, horse-ride, play guitar and write about my solo trips around the world. For more info about me and my travel blog check my full bio.

2 Comments

  • Martina ha detto:

    Cara Silvia sono perfettamente d’accordo con le tue valutazioni. Mi ricordo con gioia di Teguise e del suo mercato in cui ho passato una bellissima giornata ( il mio ragazzo meno visto che avevo la sua carta di vredito)
    Un bacione da Monaco
    Martina