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6 min.

Trekking in Laos, alla scoperta dei villaggi tribali

Il trekking in Laos per visitare i villaggi tribali del nord è stata una delle mie migliori esperienze di viaggio (fino a oggi, ovviamente), che avevo in mente da parecchio.

Così, dopo qualche giorno di spirituale relax a Luang Prabang, con i miei amici siamo partiti all’avventura: tre giorni tra salite, valli, risate, dignità, rafting, zattere, sguardi profondi e topi! Tanti topi, va detto.

Un trekking tra foreste, altipiani e rapide lungo il Nam Tha. Tre giornate organizzate con l’aiuto dell’agenzia Greendiscovery di Luang Prabang (135$ a testa).

Trekking in Laos, alla scoperta dei villaggi tribali 

Dopo una magica colazione sulla terrazza dei nostri bungalow rispettivi abbiamo lasciato il grosso del nostro bagaglio alla reception della guesthouse e siamo partiti a bordo di un pulmino in stile scuolabus con le nostre due fantastiche guide, Tchit e Tsak (diventati in seguito: Tai e Chi, Cip e Ciop etc.).

Due ragazzi simpaticissimi che rendono la conversazione nel pulmino facile ed allegra, fino ad una mia infelice domanda…

  • “Hai mai mangiato un topo?” (richiesto dato il numero illimitato di spiedini di topo in vendita al mercato…)
  • “Si, non è male”
  • “A cosa si avvicina? Pollo, manzo…?”
  • “Hmmm… è come mangiare del cane!”

… ovviamente ho cambiato argomento!

Il pulmino ci ha lasciati ai piedi di una montagna, a circa 40km dalla città e da lì è iniziata l’ascesa.

Silvia's Trips in Laos

Il nostro trekking in Laos

Per il pranzo ci siamo offerti una pausa in un villaggio khmu a 800m circa, Ban Nalan Tai. Si tratta veramente di un villaggio tribale isolato e poverissimo; ci abitano una cinquantina di famiglie, ovvero 300 persone di religione animista.

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Guardandosi in giro sembra di essere fermi a due secoli fa e ci si sente bene!

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Abbiamo banchettato sulla “veranda” di una capanna di bamboo, sui cui muri sono affisse delle istruzioni su come riconoscere ed evitare le mine antiuomo che tempestano il territorio dagli anni ’60. Mine antiuomo ancora prodotte a La Spezia, a qualche chilometro da casa mia, e ancora vendute nell’indifferenza generale.

Dopo pranzo abbiamo ripreso il cammino, sempre in salita, per circa quattro ore, attraverso risaie, coltivazioni di banana a perdita d’occhio, foresta. Un paesaggio fantastico e per me indimenticabile.

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centralina elettrica locale…

Verso sera abbiamo raggiunto un altro villaggio khmu, Ban Nam Goy, nel quale abbiamo passato la notte. Anche questo villaggio è poverissimo, ma la gente ha una dignità ammirevole. Tchit ci ha mostrato la nostra capanna, che era completamente traforata e con sacchi di riso sgranocchiati sul pavimento… quindi mio primo pensiero:”dormiremo con i topi!”. Ho passato la serata e la notte pensando solo a questo piccolissimo dettaglio!

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Comunque, cena ottima cucinata utilizzando un piccolo focolare in terra cotta improvvisato per terra e gustata al lume delle nostre torce frontali, tra racconti e risate. Alle 19.00 tutti a letto, dopo pseudo “bagno” nel pseudo lago-stagno, di cui vi risparmio i dettagli!

Ci siamo alzati prima dell’alba, dopo una nottata insonne causa topi, galline, galli e maiali sotto la capanna e tutt’attorno. Mi sento di affermare che un villaggio tribale non conosce silenzio.

Per colazione Tchit ci ha preparato un’ottima omelette alle erbette e una sorta di focaccia schiacciata piccante. Una vera delizia, ma solo se accompagnata da litri di tè verde 😉

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Subito dopo aver salutato i vicini di capanna siamo partiti per una giornata di trekking a dire il vero piuttosto leggera, attraverso la campagna e alcuni villaggi khmu dove mi sono persa osservando i bambini a pesca sul fiume e la lavorazione del riso.

Silvia's Trips in Laos

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Nel pomeriggio abbiamo raggiunto l’ultima tappa della giornata e fatto conoscenza con la fantastica famiglia che ci ha ospitato per la cena e a dormire.

Prima di cena siamo scesi al fiume, il Nam Tha, per lavarci e concederci una rilassante e interminabile pausa aperitivo a base di alghe e birra locale. Abbinamento che vi consiglio e al quale penso spesso.

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La cena è stata veramente buonissima e molto divertente. Seduti tutti insieme su delle stuoie stese apposta per noi, ognuno con la sua ciotola in bambù tra le gambe, ci siamo serviti dal piatto delle pietanze posto al centro. Pietanze di cui non saprei riportare i nomi, ma che sono state una vera rivelazione per il palato.

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Al termine della cena alcuni vicini sono passati a portare i loro resti, che la padrona di casa ha scambiato con i nostri. Nel vicinato è normale donare agli altri quello che non si è riusciti a mangiare, affinché nessuno salti mai il pasto. Le basi della civiltà.

Prima di andare a letto ci siamo spostati all’aperto, così come tutte le famiglie del villaggio. Raccolti intorno ai falò accessi davanti a casa, ci si ritrova, si scherza e si organizza il trasporto per la giornata di lavoro seguente: qui quasi tutti, dai 7 anni in su, lavorano nelle piantagioni di banane o nelle risaie, mentre i più piccoli e gli anziani si recano al fiume per cercare oro. Mentre ci raccontavano queste cose ci hanno offerto del whisky lao fatto in casa con il riso. Praticamente una fiamma liquida e se ne bevono due bicchieri alla goccia, perché “se non ne bevi due, non sei un amico”! Ti pare che mi tiro indietro. Tzè. Se ci penso l’esofago mi brucia ancora…

La nottata è stata leggermente più zen, ma sempre insonne e sempre in compagnia dei topi. Un rumorino costante che ha rischiato di farmi impazzire e mentre ne scrivo sto spontaneamente sollevando i piedi da terra. Non ho mai aspettato con così tanta ansia che gli abitanti della casa si svegliassero all’alba per poter scattare in piedi!!!

Al risveglio – finalmente! – abbiamo fatto colazione con “la nostra famiglia” e io ho pure imparato a costruire un’automobile giocattolo con una bottiglia di plastica e del legno scampato al falò. Mio maestro un bimbo di 5 anni armato di machete! L’alternativa era la lezione di igiene dentale della nonna che voleva che mi lavassi i denti con la cenere come lei! Ho scelto con chi stare abbastanza rapidamente.

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Quando la famiglia è partita per la dura giornata di lavoro non siamo scesi al fiume per recuperare i nostri kayak e iniziare la discesa verso Luang Prabang. Il mio compagno di canoa era Tsak, che mi ha subito spiegato che passare le numerose rapide non sarebbe stato un problema: la persona davanti deve pagaiare e quella dietro guidare “don’t worry, so easy!“.

Ovviamente ci siamo ribaltati alle prime rapide. So easy.

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La giornata è e resterà indimenticabile e divertentissima. Il paesaggio sublime e vario.

Per il pranzo ci siamo fermati in prossimità di una zattera di bamboo e abbiamo divorato del pesce grigliato al momento, del riso e delle alghe speziate dalla rara bontà. Abbiamo condiviso il banchetto con un gruppo di bimbi che in cambio ci ha insegnato a fare tutti e acrobazie varie. Un momento prezioso del nostro trekking in Laos. Un momento semplice e prezioso nella mia vita.

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Arrivati a Luang Prabang abbiamo dato appuntamento Tsak e Tchit per un’ultima cena insieme e ci siamo diretti alla nostra guesthouse per una vera doccia calda (!). La serata è stata uno spasso e salutare le nostre guide al termine molto emozionante.

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Ci siamo commossi anche la mattina dopo dicendo arrivederci alle ragazze della Thongbay Guesthouse che al momento del check-out ci hanno donato dei braccialetti portafortuna e delle sciarpe di seta!

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P.S. Vi consiglio anche la lettura di un’altra avventura in Laos, quella della navigazione sul Nam Ou raccontata da Patrick sul suo blog Orizzonti.

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Silvia's Trips

Hi there! My name is Silvia and after 15 years between the Paris Opera and the Palau de les Arts in Valencia I now run a boutique hotel in Cinque Terre, deal with tourism management and blogging, sail, horse-ride, play guitar and write about my solo trips around the world. For more info about me and my travel blog check my full bio.

5 Comments

  • Manuela ha detto:

    Un bellissimo racconto con bellissime foto.
    Hai cullato alcuni minuti della mia serata.
    Grazie Silvia.
    Ti abbraccio ♥

    • Silvia's Trips ha detto:

      Grazie Manuela 🙂
      Sono state giornate speciali e fuori dal tempo… dolci, istruttive e molto divertenti!
      Un abbraccio a te, spero a presto!!!
      Silvia

  • elena ha detto:

    Che bella esperienza deve esser stata, Silvia ( topi a parte! :D), dicevi di esser tipo da libro in spiaggia, ma sei una trekker d’eccezione! E lo foto son bellissime. Bisous!

    • Silvia's Trips ha detto:

      Grazie Elena 🙂
      Diciamo che preferisco libro e relax quando l’esercizio fisico è fine a se stesso… se però si tratta di scoprire culture che non conosco e “crescere”, beh allora posso camminare ore ed ore senza sentir la fatica.
      Quanto ai topi, è stato un incubo e ancora oggi non ho raggiunto quello stadio del ricordo che me la fa vivere come una nota divertente… però ne è valsa la pena.
      Spero a presto per cave e cena!!!