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4 min.

Praticamente non mangio mai pane, ma la focaccia genovese è tutta un’altra storia e non so resistervi, poco importa l’ora del giorno!

Fugassa in genovese significa cotta nel focolare e nel Medioevo era usanza mangiarla in chiesa al momento della benedizione delle coppie di sposi, per augurare loro prosperità. Oggi è uno dei simboli della cucina genovese e maniene una certa sacralità, tanto che la sua originalità è protetta dal Marchio Focaccia Genovese (Marchio Collettivo GE 1996 N° 0001187822).

Ho detto che è il mio pane, ma in realtà è il pane di tutti i liguri: la si mangia a prima colazione, pucciata nel caffè o nel cappuccino, è perfetta farcita, per uno spuntino a metà mattinata, all’aperitivo, a tavola o a merenda.

Ricetta della focaccia genovese

Un po’ di storia

Come accenato, in epoca medievale e fino a tutto il Rinascimento la si consumava addirittura durante i sacramenti, ma era pietanza già nota da fenici e romani, che però non usavano lieviti.

Nel ‘600 la focaccia genovese divenne un cibo di strada, prodotta e venduta nelle sciamadde (dal genovese fiammata), le antiche friggitorie sorte come rivendita di sale, di cui Genova aveva il monopolio, ma fornite di forni dove si potevano anche cuocere torte e focacce.

Oggi la focaccia genovese si compra anche presso i panifici e negli ultimi decenni sono poi sorte innumerevoli focaccerie dall’offerta pressoché illimitata: focaccia con le olive o con la salvia (la mia preferita!), con il rosmarino, con le patate, con i pomodori o con il formaggio. La più popolare resta però la focaccia con le cipolle, diffusissima tra i camalli del porto perché capace di bloccare i recettori dello stimolo della fame saziando molto rapidamente e più a lungo.

Puoi ovviamente chiederla e pagarla a peso, ma l’unità di misura dei genovesi è la sleppa o al limite la slerfa, ovvero 1⁄8 di leccarda (circa 150-200 g).

La ricetta della focaccia genovese

Una delle uniche note positive del primo lockdown è stata la possibilità di perfezionare la mia focaccia genovese fatta in casa. Ho avuto tempo di provare ancora e ancora e migliorare di volta in volta.

Certo, ho messo su una decina di chili, ma ora la mia focaccia è soffice, ma non gommosa all’interno, e croccante e dorata ai bordi e in superficie. Perfetta.

Gli ingredienti

  • 340 g di farina di grano tenero integrale W290
  • 200 g di acqua tiepida
  • 7 g di sale (sciolto nell’acqua della ricetta)
  • 5 g di malto (serve per alimentare il lievito e quindi a favorire la crescita dell’impasto. Se non ne hai, puoi usare un cucchiaino di zucchero o di miele)
  • 8 g di lievito di birra (meglio scioglierlo in un po’ d’acqua non salata della ricetta prima di aggiungerlo)
  • 15 g di olio extravergine d’oliva
  • 25 g di olio extravergine d’oliva per ungere la teglia
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva per spennellare la focaccia una volta cotta

L’impasto e i vari passaggi

  1. Metti in una ciotola 90 g di farina, 40 g di acqua salata e 1 g di lievito. Impasta per cinque minuti e lascia riposare almeno 12 ore (io lo faccio la sera prima e lascio a riposo a temperatuta ambiente per tutta la notte);
  2. In una ciotola metti il resto della farina, la biga preparata la sera prima, il malto e mescolando, poco alla volta, il 90% dell’acqua salata. Aggiungi quindi il resto del lievito di birra sbriciolato e, una volta incorporato, l’olio, sempre mescolando;
  3. Una volta incorporato l’olio, aggiungi il resto dell’acqua e continua a impastare per almeno 5 minuti. L’impasto è perfetto quando è molto elastico e difficile da strappare;
  4. Versa l’impasto sul piano di lavoro e piegalo fino a formare un rettangolo leggermente appiattito, con la piega rivolta verso il basso, e lascialo riposare per 30 minuti ricoperto da pellicola trasparente, per evitare che si asciughi in superficie, e da uno strofinaccio;
  5. Dopo 30 minuti, ungi una teglia rettangolare (30 cm x 40 cm), stendici l’impasto, avendo cura di mantenere la stessa forma, fino a coprire circa il 70% della leccarda e lascia nuovamente riposare mezz’ora sotto la pellicola trasparente;
  6. Ora potrai stendere l’impasto fino a coprire l’intera superficie della teglia, avendo cura di eliminare eventuali bolle d’aria; ricopri con la pellicola e lascia lievitare ancora per 60 minuti;
  7. Cospargi bene di farina e fai i famosi buchi* usando le falangi di entrambe le mani, coprili quindi con la salamoia, preparata mischiando 20 g di olio d’oliva e 5 g di acqua tiepida salata (5 g di sale per 100 cm di acqua) e lascia riposare per altri 60 minuti, sempre sotto la pellicola;

Preriscalda il forno a 230°C e inforna per 15 minuti, prestando sempre attenzione alla cottura, perché la focaccia sarà pronta non appena la superficie sarà dorata.

Una volta sfornata, capovolgila e spennella fondo e crosta con dell’olio extravergine di oliva. Lasciala quindi raffreddare, possibilmente su una gratella per mantenerla più croccante all’esterno.

* i buchi vanno ravvicinati e il più possibile paralleli alla superficie, applicando una pressione marcata dei polpastrelli

Non ti resta che divorarla!

P.S. La focaccia di Recco, con il formaggio, non è una variante della focaccia genovese. L’impasto non è lievitato e il formaggio ne farcisce due strati sottilissimi. Una delizia!

Silvia's Trips

Hi there! My name is Silvia and after 15 years between the Paris Opera and the Palau de les Arts in Valencia I now run a boutique hotel in Cinque Terre, deal with tourism management and blogging, sail, horse-ride, play guitar and write about my solo trips around the world. For more info about me and my travel blog check my full bio.

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