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8 min.

Niente di meglio che una visita guidata di Levanto per scoprire la bellezza e il valore del suo centro storico.

Il tour insieme a me costa 25 € a persona e include la visita di 90 minuti circa e la degustazione di vino locale direttamente in vigna. Puoi scegliere se partecipare il venerdì, sabato o domenica, sempre alle 17, prenotando con almeno un giorno di anticipo via mail o contattando il mio hotel su WhatsApp (+39 0187 807356). 

Passeggeremo per i vicoli storici e piazzette, visitando l’antico porto canale della Repubblica di Genova, la Loggia medievale, la chiesa tipicamente ligure di Sant’Andrea, scoprendo la splendida storia del paese e le numerose tradizioni e curiosità locali. Per finire, una degustazione di vino e prodotti tipici in vigna!

L’appuntamento è davanti a Bianchi, la pasticceria storica all’angolo tra Via Guani e Via Dante. Questa pasticceria rappresenta un momento saliente dei miei pomeriggi infantili e se vuoi assaggiare qualcosa prima del tour, ti consiglio il loro bombolone alla crema o il “moretto”, il mio preferito!

A spasso per Levanto

Se non puoi partecipare alla visita guidata di Levanto o se preferisci passeggiare in autonomia, ecco un po’ di informazioni per apprezzare appieno quello che vedrai e conoscere meglio il borgo.

La storia di Levanto

Prima di tutto, si pronuncia Lèvanto o al limite Lievàntu in genovese 😉 è un piccolo comune di circa 5000 abitanti, inclusi quelli residenti nella ventina di frazioni che ne costellano la vallata.

Le origini di Levanto sono di epoca romana. Gli archivi della regione hanno infatti documentazione relativa al piccolo borgo denominato “Ceula”, situato in collina e corrispondente all’attuale frazione di Montale.

Si trattava di un nodo strategico data l’ubicazione lungo la Via Ligurum, l’antica pista pre romana che passava vicino alla costa. Nel 476, con la caduta dell’Impero romano d’Occidente, il borgo viene assoggettato all’Impero bizantino e in seguito ai Longobardi. Con diploma imperiale di Federico Barbarossa, datato al 1164, il primitivo abitato costiero di Levanto, citato per la prima volta in un documento ufficiale, è confermato quale proprietà feudale della famiglia Malaspina.

A partire dal XIII secolo l’importanza dell’abitato collinare, denominato Valle, diminuisce e acquista importanza il nuovo insediamento in riva al mare, il cosiddetto Borgo. Il dominio sul borgo marinaro di Levanto era dei Da Passano, vassalli dei Malaspina, che incrementarono i traffici commerciali soprattutto del sale, ricavato dalle locali saline, che dal Borgo veniva esportato in val di Vara e in pianura padana.

La famiglia Da Passano avviò le trattative con Genova fino agli atti di fedeltà del 1132 e del 1229, che prevedevano totale dedizione verso la Repubblica di Genova ed il mantenimento dei privilegi storici della famiglia e le sue proprietà feudali a Levanto.

Nel 1247 anche i possedimenti della Valle furono ceduti alla Repubblica genovese. Riunito in un unico centro amministrato da Genova, Levanto diviene quindi un’importante scalo commerciale, grazie al porto-canale – di cui purtroppo non resta traccia – alimentato dalla via Francigena e grazie alla produzione di vino e olio e al rinomato marmo rosso, detto Rosso Levanto.

La visita guidata di Levanto

Puoi iniziare in piazza Cavour, antico Convento delle Clarisse, ora sede comunale. Fu iniziato nel 1605 a ridosso del Borgo Nuovo e avrebbe dovuto ospitare un convento di clausura. Per sopravvenute difficoltà finanziarie i lavori procedettero molto lentamente ed il progetto non venne mai concluso. Soltanto nel 1688 le monache presero possesso di una parte dell’edificio.

In quegli anni fu ultimata anche l’adiacente chiesa della Santissima Trinità, ora nota come Oratorio di San Rocco, nel quale si possono notare i segni della clausura. Osservando la parete dietro all’altare si scorgono infatti due grate poste ai lati dell’altare per permettere alle suore di Santa Chiara di assistere alla messa senza farsi vedere dai fedeli.

Una terza grata è posta centralmente in corrispondenza del primo piano, dove allora si trovava l’infermeria. Nella sagrestia puoi notare la tomba comune delle suore, una lapide in marmo posta sul pavimento, priva di iscrizioni ma con un bassorilievo rappresentante una monaca… già, perché accettare la clausura implicava morire agli occhi del mondo e non tornarvi nemmeno da defunte. In base al decreto napoleonico, nel ‘800 il convento fu acquisito dalla pubblica amministrazione.

Lasciato l’oratorio, puoi dirigerti verso l’attuale via Guani, da dove si entrava nel borgo medievale. Si possono ancora notare infatti tracce dell’antica porta: basta guardare la casa torre sopra all’attuale pub Mad Max.

Una curiosità: sul retro della pasticceria Bianchi si possono vedere degli antichi affreschi popolari monocromo. Si tratta di affreschi rarissimi, che indicano che probabilmente l’edificio era sede della locanda fuori porta, destinata ad ospitare i viandanti che giungevano a Levanto quando le porte della città erano chiuse.

Il primo edificio sul lato sinistro della via porta le inconfondibili tracce di un’antica casa di mercanti, con le due piccole arcate in pietra destinate al passaggio di persone ai lati di una maggiore destinata all’entrata di carri, muli e merci (ogni nave trasportava circa 400 quintali di merce e che quindi servivano circa 400 muli per poi trasportarla verso l’interno… immagina 400 muli in fila indiana in giro per Levanto ad ogni nave in arrivo/partenza, con tutto ciò che implica… dove essere un centro molto profumato!)

A metà via imbocca la scalinata sotto l’arco sulla sinistra e sarai altrove. Non so spiegarlo a parole, ma prova e vedrai che dall’altra parte della scalinata è come stare altrove 🙂

Fermati un po’ sulla panchina difronte alla chiesa di Santa Maria Assunta della Costa, il più antico edificio di culto del borgo di Levanto, ora sconsacrata. Notevole il sovrapporta realizzato in marmo di Carrara dallo scultore Giovanni Gaggini. Il bassorilievo del ‘500 raffigura San Giorgio e il drago e ha impresse le armi nobiliari dei Da Passano.

La chiesa fu infatti ceduta nel 1528 a Giovanni Gioacchino Da Passano, levantese di origine e dalla storia importante ed affascinante. Fu infatti uno dei negoziatori del Trattato di Madrid tra Carlo V e Francesco I, trattato che sancì la liberazione del re francese e l’ascesa di Da Passano.

Divenne infatti ambasciatore di Francesco I alla corte di Enrico VIII. Rientrato in Italia nel 1532, a Padova, fece testamento lasciando circa 1 milione di lire genovesi al paese. Purtroppo per Levanto però la famiglia si oppose e ci vollero ben 229 anni di causa legale (!!!) affinché il borgo potesse ricevere una minima parte del lascito, utilizzata per la costruzione di scuole.

Chissà come sarebbe il paese oggi se avesse riscosso tutta l’eredità.

Dopo questa pausa in onore all’illustre levantese, passa davanti all’oratorio di San Giacomo, patrono del paese, per arrivare alla Loggia, probabilmente costruita alla fine del XIII secolo e riedificata circa due secoli più tardi utilizzando gran parte del materiale recuperato dalla fabbrica primitiva.

E un’unica grande sala con archi e colonne a tutto sesto che molto probabilmente, essendo situata difronte all’antica darsena, serviva da riparo per le attività mercantili. Qualche anno fa su di una parete è stata scoperta un’Annunciazione del XV secolo di autore ignoto.

Una curiosità: nel regolamento dell’antico porto era precisato che, in caso di maltempo, i levantesi potevano lasciare le loro merci a deposito per un giorno ed i foresti fino a tre giorni, pensate quindi a che traffico si aveva nel porto! Altra curiosità: era precisato anche il divieto di ormeggiare le imbarcazioni alla loggia e il che vuol dire che il mare arrivava lì.

Levanto Walking Tour

Attraversato l’antico porto-canale, ora piazza del Popolo, sali al Castello terminato nel 1165 dai Malaspina. All’epoca si trattava di un forte a scopo difensivo per rendere più sicuro l’approdo di Levanto. Nella seconda metà del XVI secolo la Repubblica di Genova ricostruì e ampliò la vecchia costruzione e contemporaneamente dotò di mura il borgo di Levanto.

Nel 1637, con la creazione del Capitanato di Levanto il castello rivestì anche funzioni amministrative e inoltre fu sede delle locali carceri fino alla caduta della repubblica genovese nel 1797. La struttura è tipicamente militare: un quadrilatero sovrastato da una torre circolare. Sporgente dal manufatto è il camminamento di ronda, protetto da merli ghibellini, mentre il resto delle merlature è in stile guelfo. Insomma, i merli non sono originali… vi immaginate simboli guelfi e ghibellini nello stesso edificio!?!

Nel lato meridionale e orientale ci sono alcune aperture per artiglieria, realizzate nella ricostruzione cinquecentesca genovese. Alienato dal demanio italiano a fine Ottocento, è tuttora di proprietà privata, talmente privata che al suo interno hanno costruito una casa di cui si scorge il tetto… mah

Da lì scendi fino alla Chiesa di Sant’Andrea passando per i numerosi ed affascinanti carruggi che la circondano. Guarda attentamente le facciate degli edifici medievali (ad esempio il palazzo del ristorante Tumelin) e noterai che i capitelli sono a livello vita o ginocchio. Questa parte di Levanto si è proprio interrata col tempo!

La Chiesa di Sant’Andrea è stata iniziata nel 1222, ampliata a metà del ‘400 e restaurata tra la fine del secolo scorso e l’inizio del ‘900. La facciata è a fasce alterne di marmo bianco di Carrara e serpentino verde locale (datano del restauro le bifore, il rosone e le lapidi).

Il portale ad arco acuto presenta nella lunetta un affresco quattrocentesco di scuola piemontese, una Madonna con Bambino in trono tra Sant’Andrea e San Giovanni Evangelista. All’interno ci sono cinque navate sorrette da colonne bi crome e pilastri in serpentino, anch’essi rifatti durante il restauro.

Vi si conservano alcuni dipinti di notevole pregio, fra cui una “Madonna con Bambino e i Santi Bartolomeo e Bernardo” di Antonio da Carpena. Interessante inoltre il crocefisso ligneo del XV secolo posto sopra al battistero, di probabile origine germanica, fu trovato sulla spiaggia della Vallesanta dopo una tempesta.

Fino a qualche tempo fa la chiesa custodiva anche un calice in argento di scuola parigina che secondo la tradizione fu vinto da Gioacchino da Passano nel corso di una partita a scacchi contro Enrico VIII. Il calice è ora conservato presso il Museo Diocesano di La Spezia.

Lasciata la chiesa, scendi in via della Compera. Il nome deriva dalla Casa delle Compere del Banco di San Giorgio. Dal 1515 e per una cinquantina d’anni, la banca subentrò infatti alla gestione del borgo e questo perché la Repubblica si era talmente indebitata da dover cedere l’amministrazione di molte sue colonie e domini in terraferma direttamente al Banco di San Giorgio che ne riscuoteva così le tasse… insomma, la storia si ripete perché da essa non si vuole imparare.

Attraverso i carruggi arriverai fino al perimetro dell’antica darsena che misurava circa 4000 mq e che è ancora ben visibile.

Da lì alla mostra permanente della cultura materiale, ospitata nell’odierno ostello, anticamente sede del convento degli agostiniani e sito presso la Porta delle Acque, di cui si vedono ancora le mura ed il ponte in pietra. All’interno della mostra si può anche ammirare la ricostruzione dell’antico porto-canale.

La passeggiata si conclude qui, ma non se farai la visita in mia compagnia 😉

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Silvia's Trips

Hi there! My name is Silvia and after 15 years between the Paris Opera and the Palau de les Arts in Valencia I now run a boutique hotel in Cinque Terre, deal with tourism management and blogging, sail, horse-ride, play guitar and write about my solo trips around the world. For more info about me and my travel blog check my full bio.

4 Comments

  • elisabetta ha detto:

    Ciao,
    anche sabato 25 ci sarà la visita guidata a Levanto?
    come ci si può prenotare?
    grazie Elisabetta

    • Silvia's Trips ha detto:

      Ciao 🙂
      Puoi contattare l’Ufficio Turistico di Visit Levanto al numero 0187 808125.
      Poi fammi sapere se il giro ti è piaciuto! Per me è stata una vera e piacevole sorpresa.